LA RICERCA DELLA FELICITÀ
Ecco, facciamo come argomento di oggi, quest'interrogazione di Andrea: "Cos'è mai questo per così tanta gente?". Cerchiamo di mettere a confronto, quanto dice qui Andrea con quanto disse Filippo, cioè cerchiamo di cogliere la sostanza delle loro proposte, raffrontandole con quello che è il problema principale che pone Gesù, che è quello della fame: "Dove troveremo noi tanto pane, per dare da mangiare a tutta questa gente?".
Cioè qui Gesù aveva posto il problema della fame, come problema di vita dell'uomo, perché il Signore parla sempre spiritualmente, perché parla nel Pensiero del Padre e il suo argomentare è sempre rivolto a quello che è essenziale per l'uomo, cioè la sua salvezza e qui Gesù propone ai suoi apostoli, di capire qual è il cibo che veramente soddisfa la tanta fame dell'uomo. Nella tanta fame dell'uomo, dobbiamo vedere quello che è il problema principale dell'uomo, il bisogno principale dell'uomo. L'uomo è un essere creato insoddisfatto e qui Gesù praticamente chiede dove l'uomo possa trovare la felicità, dove si può trovare ciò che renda l'uomo soddisfatto, felice. E raffrontato a questo argomento "dove trovare la felicità per l'uomo" dobbiamo valuta questa risposta di Andrea: "Cos'è mai questo per così tanta gente?", quello che ha un fanciullo a disposizione è quello che ha l'uomo a disposizione: la terra, il mondo, i beni, la ricchezza, la scienza..."Cos'è mai questo per tutta questa gente?". Cioè quasi a dirci che se anche l'uomo conquistasse anche tutto il mondo, o avesse tutte le ricchezze, non troverebbe la sua felicità. E qui si mette in evidenza, l'impotenza dell'uomo a risolvere il problema. Dio ha posto all'uomo un problema grandissimo che è il problema della sua vita, della sua felicità, dell'eliminazione di ciò che lo rattrista, come colmare il vuoto dell'uomo, l'uomo sostanzialmente è un vuoto da colmare e qui Andrea dice: "Cos'è mai questo, per colmare tutto questo vuoto?", è una goccia nel grande deserto del bisogno dell'uomo. E allora chiederei qual è il senso, il significato, di questa insufficienza di tutto quello che l'uomo ha, e l'insufficienza di tutto quello che l'uomo potrebbe avere per trovare la felicità. Se noi approfondiamo le due proposte, di Filippo e di Andrea, notiamo che Filippo, di fronte al problema suscitato da Gesù dice "bisognerebbe", mentre Andrea dice "abbiamo soltanto", Filippo prospetta quello che ci vorrebbe per potere soddisfare quella fame, vede una possibile azione dell'uomo verso la conquista di qualcosa con cui possa soddisfare il suo bisogno, praticamente è l'uomo che è convinto che attraverso l'azione può soddisfare la sua fame, invece Andrea è l'uomo che riconosce la miseria, la povertà, il niente di quello che si ha a disposizione. Ciò su cui dobbiamo riflettere è che né rassegnandoci a quello che abbiamo a disposizione, né proiettandoci verso quello che potremmo avere, riusciamo a rispondere al bisogno, alla fame sostanziale dell'uomo. Cioè tanto la risposta di Filippo, come quella di Andrea sono errate, però tutto questo ha un significato. Noi ci troviamo quindi di fronte a un problema, verso il quale l'uomo è impotente. Filippo dice che se noi ci diamo da fare e conquistiamo tutto il mondo, riusciamo a soddisfare la fame dell'uomo, mentre Andrea costata che a disposizione non abbiamo niente, è rassegnato, ma sia chi si rassegna come Andrea, sia chi si proietta nell'azione come Filippo, sono nella posizione sbagliata. Eppure Dio ci pone il problema, non perché noi ci rassegniamo a risolverlo, né perché noi ci illudiamo di risolverlo attraverso l'azione. Tutti quanti noi patiamo di questa fame spirituale, però tutti noi tendiamo a sfamarla attraverso i beni sensibili del mondo. L'uomo non può diagnosticare la causa della sua fame spirituale, lui la avverte e quindi la proietta verso le cose che esperimenta: creature, denaro, potere. Ognuno di noi avvertendo l'infelicità ritiene che raggiungendo un certo bene materiale possa sentirsi felice, poi però quando raggiunge l'obbiettivo scopre di non avere risolto nulla. Cioè il problema dell'infelicità non si risolve con l'avere, avessimo anche tutto l'universo nelle nostre mani, noi non saremmo soddisfatti. Allora uomo fermati, non muoverti più, perché la soluzione del tuo problema, non sta nell'avere.