Ci riferiamo come scena guida fondamentale, per approfondire questo argomento del lupo, della scena di Ponzio Pilato, ci aiuta bene. A Pilato è stato portato Gesù, è stato affidato Gesù e Gesù è la vita, come la vita è affidata a ogni uomo. A Pilato viene presentato Gesù come un malfattore. Lo dicono i sacerdoti, gli scribi, lo dice la folla. "Se non fosse un malfattore non te lo avremmo presentato". Però Pilato capisce che Gesù non è colpevole. Era un romano, quindi sapeva misurare le colpe su dati positivi. Per i romani quello che valeva era la legge, era il diritto. Pilato capisce che Gesù non è colpevole e già qui abbiamo la situazione di ogni uomo. Abbiamo un uomo a cui viene presentato Gesù e presentato come un malfattore (sentito dire) In Pilato il sentito dire è questo: "Gesù è un malfattore e te lo abbiamo presentato perché tu lo abbia a condannare". Pilato invece personalmente capisce (quindi è convinto) che Gesù non è un malfattore. E allora qui abbiamo il dilemma, Pilato dichiara ufficialmente: "Non trovo in Lui colpa alcuna". E fin qui andiamo bene, si assume la responsabilità e lo dichiara: "Non trovo in Lui colpa alcuna". È la Verità e Pilato l'afferma. Però in Pilato c'è anche il problema della folla, dei sacerdoti, dell'autorità che dicono: "Costui è un malfattore". A un certo momento succede che Pilato, pur convinto dell'innocenza di Gesù, cede Gesù alla volontà della gente, alla volontà dei sacerdoti, alla volontà dell'autorità. E perché lo cede? Perché non si assume più la responsabilità di quello che lui sa, della Verità? Perché a un certo momento gli dicono: "Se tu non lo condanni non sei amico di Cesare". Cesare era l'imperatore da cui Pilato dipendeva. Non essere amico di Cesare, voleva dire perdere la propria carriera. Perdere la propria carriera voleva dire rischio per la propria famiglia, rischio per l'onore, rischio per tutto, in campo economico, come gloria e nel campo della sua vita stessa. Gesù diceva: "Chi cerca di salvare la sua vita la perde". Ecco il lupo per Pilato, la paura. Pilato era convinto dell'innocenza di Gesù, convinto quindi a contatto con la Verità, sapeva che Gesù era innocente. A un certo momento in Pilato prevale la paura. Prevale la paura perché evidentemente i pensieri dell'io..... Ecco il rischio in cui si trova ogni uomo. La paura domina l'animo di Pilato, Pilato rinuncia alla Verità e la consegna alla folla, ai sacerdoti, all'autorità, l'agnello viene mandato a morte. La pecora viene sbranata dai lupi. Il problema è quello di capire il significato del lupo. Qui in Pilato lo vediamo bene il lupo. Abbiamo visto domenica scorsa la fuga da Dio. Qui oggi nel lupo vediamo ciò che determina la fuga da Dio. C'è stata la minaccia: "Se tu lo liberi, non sei amico di Cesare". C'è sempre questa minaccia nella vita di ogni uomo. "Non sei amico di Cesare". Qui Pilato crollò. E crollando l'agnello è stato divorato dal lupo. Pilato ha ceduto la sua vita, ha perso la sua vita. Perché in Gesù c'era la sua vita. Pilato sapeva che Gesù era innocente. Pilato aveva presente a sé la Verità.
Commento di Luigi Bracco al Vangelo 26/agosto/1990 Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono in proprio, vedendo venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde. Gv 10 Vs 12 Terzo tema. Titolo: Lo spazzino della città: il lupo. La fuga in Dio. Incontro completo: http://luigibracco.altervista.org/10.12.htm#III