L'uomo che ascolta Dio, tende a subordinare tutto al Pensiero di Dio mentre l'uomo che non ascolta Dio, tende a subordinare tutto, compreso il Pensiero di Dio al suo io.
Le due notti, tutte e due sfociano nel Pensiero di Dio, sia la notte che ascolta e sia la notte del peccato, perché la notte di colui che ascolta, tende a ordinare tutto al Pensiero di Dio per conoscere il Pensiero di Dio e a un certo punto viene a trovarsi di fronte al Pensiero di Dio, perché quello è l'oggetto della sua ricerca e qui abbiamo l'alba, l'incontro col Pensiero di Dio con la partecipazione dell'uomo rappresenta l'alba nella quale sfocia la notte dell'uomo ma, abbiamo anche la notte del peccato che sfocia in un alba e quest'alba è ancora determinata dal Pensiero di Dio, poiché l'uomo, tendendo a subordinare tutto al pensiero del suo io, arriva al punto in cui s'impegna per subordinare il Pensiero di Dio al pensiero del suo io.
Non c'è nessuno che sia più attratto da Dio che l'ateo, ogni uomo resta attratto da ciò che rifiuta, perché proprio rifiutando tende a subordinare ciò che ha rifiutato al pensiero di se stesso.
All'ultimo l'uomo si vede impegnato a subordinare, a far dipendere il Pensiero di Dio dal pensiero del suo io, quindi a cercare di capire il Pensiero di Dio come prodotto del pensiero del suo io, noi abbiamo inevitabilmente la notte del peccato e anche qui abbiamo un alba.
Abbiamo due tipi di notte che concludono tutti e due con questa alba: l'uomo di fronte al Pensiero di Dio.
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